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Il viaggio nel mondo delle Svuotapalle sta per finire, Il prossimo blog di racconti su quale tema?

lunedì 26 novembre 2012

Tienitela stretta

Questa Svuotapalle per quanto porca non ha mai voluto aggiungere un secondo Pallepiene ai suoi svuotaggi. Un giorno stava facendo uno dei suoi svuotaggi preferiti: legata mani e piedi, era bendata e il suo Pallepiene le metteva il vibratore nel culo mentre lei gli faceva uno dei suoi magnifici pompini.
Improvvisamente suona il citofono "Chi cazzo sarà?"
e lei "Dai sbrigati che ho voglia" Il pallepiene va al citofono e chiede chi è.
"Ha bisogno di scope" sente dire in un italiano stentato. Era l'occasione giusta ed è uscito dalla stanza lasciandola legata e bendata con il viratore nella figa che grondava umori come una fontana. Si infila un accapatoio e va alla porta, si trova davanti un ragazzo senegalese alto e ben fatto. Prima ancora che possa parlare gli dice "Vuoi scoparti una troia bianca?"
Lui guarda stupito e accenna di si con la testa, lo fa entrare e continua "Adesso andiamo in sala dove c'è a mia ragazza tu stai zitto e nn fai niente finche non te lo dico io ok?"
Lui annuisce, gli da un presevativo e lo fa spogliare. Aveva un cazzo grosso da moscio quanto l'altro da duro, gli fa cenno di seguirlo in silenzio ed entrano nel soggiorno, quando vede la Svuotapalle lì legata alla 

pecorina con il vibratore nel culo intosta all'istante.
"Chi era?" chiede la Svuotapalle 
"Nessuno" risponde il Pallepiene.
Si avvicina, afferra il vibratore e inizia ad andare avanti e indietro,prima piano poi sempre piu' veloce, lei inizia ad ansimare
"Dammi il cazzo dai scopami"
Al nero il cazzo stava per scopiare tanto era grosso, 22cm di sicuro.
Il Pallepiene si sposta davanti "Dai succhia"

le appoggia la cappella alle labbra e lei subito inizia a succhiare avidamente a quel punto le toglie il vibratore dal culo.
"No dai ancora rimettilo"
e intanto lecca la cappella, lui glielo spinge in bocca
"sei una maiala, ti piace sentirti il culo pieno mentre lo succhi vero?"

"Si sono una maiala voglio il culo pieno"
"Lo vuoi qualcosa di piu' grosso dentro?"
"Si si dai spaccami"

Ecco, è il momento fa genno al nero di avvicinarsi, lui toglie il cazzo dalla bocca per paura che  lo morda, il ragazzo si avvicina, punta la cappellona sul suo culo, gli fa cenno di fermarsi, è lì con la punta circondata dalle labbra dell'ano.
"E' grosso, si dai dai, cos'è?"
inizia a muoversi all'indietro per farlo entrare
"Si sii è grosso uuuh è grosso"
"Lo vuoi maiala?"
"Siii dai dai"
"Vai!
"
Il Pallepiene nero la afferra per i fianchi e con un colpo secco glielo sbatte dentro e inizia a scoparla come fosse impazzito.
lei urla "Ah no ma che cazzo, no no chi è no sei matto chi è?"

                    Prova a sfilarsi ma lui la tiene lì impalata e continua a pompare
"No no sei uno stronzo chi è? No no dai"
"Non volevi il culo pieno? Adesso ce l'hai"

"Sei un porco un maiale"
Adesso la sua voce è quella di una vacca in calore che gode. Il Pallepiene le afferra la testa e lei appena sente la cappella inizia a succhiarla con forza. Il primo Pallepiene viene dopo un paio di minuti e lei beve tutto, tira come se il cazzo fosse una cannuccia.
-Dai fattelo succhiare sborrale in bocca".

Lui lo sfila si toglie il preservativo e senza indugiare glielo mette in bocca, ci passa a stento, lei mugola, riesce a prenderne solo metà, il Pallepiene nero sta venendo toglie la benda, alla vista del mandingo si sfila il cazzo che ha iniziato a sborrare dalla bocca, il primo schizzo le è arrivato in gola, mentre il resto le ricopre tutto il viso sembrava una pisciata bianca tanta ce ne era.
Il Pallepiene nero la prende per la testa e si  fa ripulire l'asta per bene, sorride e ringrazia, si  veste ed esce mentre la Svuotapalle ansimava tutta coperta di sborra.

domenica 25 novembre 2012

La Svuotapalle da calcetto

Ciao mamma è gia pronto da mangiare che piu tardi ho una partita di calcetto importantissima e non vorrei andarci con la pancia piena?”
“Ah gia la finale di quel torneo che porti avanti da un paio di mesi”
“Gia…speriamo di farcela…i miei compagni ed io siamo stanchissimi, è la terza partita in 5 giorni…”
“Uhm posso venire a fare il tifo per voi??? Magari con un po di supporto morale…”
“Certo!! Grazie ma’ è una bellissima idea! Ma non so se basterà..”
“Allora ho un idea migliore amore….”
Cioe’!?!?”
“Nel caso in cui vinciate la partita vi faro’ un regalino…”
Gia mi piace…cosa hai in mente depravata?!?”
“Ehi non ci si rivolge cosi alla propria dolce mammina….comunque avevo in mente di farvi un pompino per ogni goal segnato, ti piace l’idea?”

La Svuotapalle era già eccitata all'idea che tutti quei ragazzi se avessero vinto avrebbe dovuto soddisfarli con la bocca…pensavo dunque sono in 5, se vincono con un goal dovrò succhiarne 5, ma se vincono facendone 6 dovrò fare 30 pompini….certo non li farò tutti oggi, anzi credo che stanchi come sono ne reggeranno al massimo 1.. vorrà dire che per una settimana di fila li inviterò a casa!” Presero la macchina e si avviarono verso il campo.
Appena arrivati videro subito gli amici di Christian, sembravano esausti avevano una faccia stanchissima, convinti di non farcela, fu il loro capitano a doverli incoraggiare.
“Ma dai Filippo, non essere cosi pessimista, ho un asso nella manica!”
“Sarebbe??”
Ve lo dico negli spogliatoi…ah che stupido non vi ho presentato mia madre.”

La Svuotapalle si eccitava pensare che se avessero vinto avrei succhiato il cazzo ad un amico di suo figlio mentre la sua ragazza era fuori ad aspettarlo….durante la partita pensava “Poverini chissà quanta sborra hanno nei coglioni.. meno male che dopo ci penserò io…”. Cominciò l’incontro e la squadra del figlio prese subito il sopravvento…fecero 3 goal in 10 minuti…5-2 quindi 25 pompini…avevano dato fondo alle loro energie mancavano 20 minuti e gli avversari non davano tregua segnarono 2 volte si portarono sul 5-4 ma non fecero in tempo a pareggiare perché l’arbitro fischio la fine!! La Svuotapalle raggiunse in campo il figlio “Bravissimo tesoro!!! Hai vinto!!!”
“Grazie ma’… è tutto merito tuo.. i miei amici erano entusiasti. Non vedono l’ora di riempirti!!”
“Dai allora vatti a fare la doccia io arrivo tra 10 minuti negli spogliatoi e vi do la prima serie”
“Ok non fare tardi però siamo arrapatissimi”

“Bravi ragazzi bella vittoria!! Come credo gia sapete io e mio figlio avevamo stabilito come premio partita dei pompini.. tanti goal tanti pompini… avete fatto 5 goal vi spettano 5 pompini, naturalmente non ve li farò tutti oggi, ho portato con me un taccuino dove prenderemo gli appuntamenti che saranno validi solo per questa settimana, potete venire in casa mia dalle 09.00 alle 23.00”
“Ragazzi non siate timidi!! Venite uno per volta a sedervi su questa sedia al resto penserò io…”
“Dai ragazzi provatela, come lo prende in bocca lei non lo fa nessuna!!”
“Ok signora Anna… mi faccia vedere cosa sa fare”
“Ohhh bravo Giorgio… ora rilassati e pensa solo a farmi bere..”
 


La Svuotapalle iniziò finalmente a succhiare il cazzo di Giorgio dopo poche boccate già lo sentiva pronto a sborrare, allora rallentò il ritmo volendo goderselo di piu.. ma Giorgio non sembrava d’accordo “Signora la prego mi faccia sborrare ho le palle piene….devo svuotarmi la prego!!!” Lei si tolse dalla bocca il cazzo durissimo e disse “Povero piccolo…e va bene dai ora ti faccio schizzare” 


Con la bocca piena prese dalla borsetta un bicchiere di cristallo dove con studiata lentezza sputò la sborra… “Allora ragazzi tranquilli non è finito…ho altri 4 schizzi di sborra da mettere su questo bicchiere” 
Si fece coraggio Mirko “Signora aggiunga la mia ora…”
“Bravo Mirko… mi fa piacere spompinarti soprattutto ora che ho conosciuto la tua fidanzata”
“Cosa?!?!? Ci ha parlato???”
“Si si ma stai tranquillo ti ama e non sospetta di niente comunque è una brava ragazza tienitela stretta…”
 
Iniziò il bocchino e dopo 2 minuti schizzò un enorme quantita di sborra in bocca che lei ripose nel bicchiere. 
“Mamma mia Cri… me l’ha divorato il cazzo tua madre….”
“Ve l’avevo detto che era speciale….”



Fece sborrare in 10 minuti anche Filippo e Giovanni e si accorsi che suo figlio era appena tornato dal bar con 5 bottiglie di birra...
“Cri ma a tua madre non hai preso niente??”
“Ragazzi ma state dormendo mia madre ha un bicchiere pieno di sborra da bere!!”
“Eh gia ragazzi ma prima di brindare alla vittoria devo prendere l’ultima razione da mio figlio”
“Dai ma’ succhiamelo bene che è da ore che ce l’ho duro”
“Certo amore ora la mamma ti fa un bel pompino e tu gli dai la cremina che le piace tanto”
Ci mise poco a farlo venire e come aveva fatto altre 4 volte sputò lo sperma nel bicchiere..
Quindi si alzò e prendendo il bicchiere in mano disse “Un brindisi alla squadra campione!!".
Mise tra le labbra il bicchiere e tra gli sguardi estasiati dei ragazzi iniziò a mandare giu tutto il succo…

Riuscirà la Svuotapalle a completare il suo giro di pompini?


sabato 24 novembre 2012

Le gemelle

Adagiata comodamente sul divano tentava invano di seguire il film in televisione. Nonostante suoi sforzi non riusciva a concentrarsi sul video, e dire che lo spettacolo era avvincente. Tutto inutile. Sentiva crescere dentro di se un diffuso senso d’eccitazione, un calore che lentamente s’espandeva in ogni parte del corpo attivandole la fantasia, trascinandola, in questo modo, verso la totale perdita del controllo mentale sulle sue azioni.
Le capitava di provare quella sensazione ogni qual volta il collegamento empatico con sua sorella gemella era più forte del solito.
Era sempre stato così, se una godeva l’altra si eccitava a dismisura, al punto da sentire la necessità di godere anche lei, da sola o se era fortunata con il suo ragazzo. Il sesso dava le percezioni migliori e  se tutte e due facevano l’amore con il proprio ragazzo contemporaneamente, il piacere di una era amplificato da quello dell’altra.

Si distese sul divano lasciando che il languore appena accennato crescesse dentro di lei sino a divenire eccitazione sessuale. Creava con la mente le scene erotiche che da sempre l’eccitavano di più, s’immaginava come protagonista e focalizzava sul suo corpo i punti di contato delle mani, delle labbra, dei membri. Si accarezzò, ma le mani che sentiva scorrere sul corpo non erano le sue. 
Si alzò in piedi per potersi spogliare. Nella penombra di quella stanza, Lara, immaginò di spogliarsi per un uomo che stava in trepidante attesa delle sue attenzioni. Lentamente sfilò l’abito, lo lanciò sulla poltrona. S’inginocchiò sul divano a gambe larghe, con la fronte appoggiata sullo schienale scorreva con la mano l’interno delle cosce. Ebbe un brivido di piacere quando sfiorò le ormai umide labbra della vagina. Seguì con cura il bordo concedendosi solo delle veloci e fugaci escursioni sul clitoride, regolarmente s'inumidiva il dito, traendo ancora più piacere dal sapore che lei stessa le aveva lasciato addosso.







In un altro appartamento non molto distante, Sara, seduta con le gambe aperte sul suo ragazzo, si stava godendo la mano che la esplorava con cura tra le grandi labbra. Sollevata sulle ginocchia apriva sempre di più le gambe, le piaceva sentire quel dito che giocava con il suo buchino, inclinava il bacino spingendo il pube in avanti cercando di farlo entrare e lanciando, allo stesso momento, un messaggio chiaro ed inequivocabile circa i suoi desideri.
Lara s’infilò un dito nella vagina, lo sentì entrare con determinazione nonostante spingesse piano. Reagì con un forte gemito a quello stimolo; ruotava in modo da strofinarlo contro le pareti interne, premeva su di esse stimolandole. Sentì il bisogno di prendere un capezzolo tra l’indice e il pollice dell’altra mano per stringerlo forte, il delicato tocco della pelle sulla pelle, però, non era sufficiente a soddisfarla, quindi lo strinse tra le unghie. Sembrava che al posto della sua mano ci fosse una calda bocca a mordicchiarla, il capezzolo s’inturgidì seguito, con un breve ritardo, dall’altro. Sentiva nascere il forte ed irrefrenabile desiderio di sentire qualcosa di più consistente dentro. Visualizzò l’immagine del soprammobile regalatole da sua sorella. Era lì, a pochi passi da lei, bastava sporgersi un poco e prenderlo per soddisfare il suo desiderio.
Sara non resisteva più, allargò lentamente le gambe scendendo verso di lui, lasciandosi finalmente penetrare da quel pene che aveva sospirato sino a quel momento. Entrò lentamente, alla velocità stabilita da lei. Continuava a scendere aprendosi sempre di più, quando lo ebbe completamente dentro si ritrovò con le gambe talmente divaricate da non riuscire a mantenere l’equilibrio.
 
Lara era riuscita a recuperare il suo fallo sintetico.
Desiderava coricarsi sul divano, aprire le gambe e infilarsi lentamente dentro la vulva quell’oggetto, non pensava ad altro.
Quella posizione non era delle più facili nonostante la sua grand’eccitazione, un conto è accogliere in quel modo un vero membro, duro ma adattabile, e un altro è infilarsi un oggetto rigido e per nulla intenzionato a adeguarsi alla curva interna della vagina. Si stupì di se stessa e del suo corpo quando lo sentì entrare senza troppe difficoltà. Un forte impulso di piacere la convinse a spingere con la mano il fallo di vetro ancora più dentro di sé. Si ritrovò a giocare con il suo stesso piacere penetrandosi a ritmo sostenuto, facendolo quasi uscire per poi farlo scorrere con decisione verso l’interno del suo corpo. Contraeva, quando lo aveva dentro, i muscoli interni del pube per sentirlo meglio senza rinunciare a tormentarsi il clitoride.
Sara si era ritrovata a cavalcare furiosamente il suo uomo, le piaceva portarlo sino al limite per poi sentirlo riaprirsi la strada verso il suo ventre, esultava nel sentirlo affondare completamente, nel trovare nei testicoli il fine corsa della sua penetrazione. Dal canto suo, lui, faceva bene la sua parte; incoraggiava le sue evoluzioni con delle leggere ma decise spinte del bacino. Andando incontro a lei quando scendeva, in modo da darle il piacere di una penetrazione violenta e risoluta.
                                                                                                                                                              
In quello stesso istante Lara si stava godendo il suo orgasmo, generato più dalle sue abili mani che dall’oggetto con cui si penetrava.
Tra gli spasmi dell’orgasmo pensava a sua sorella, felice di renderle il favore. Nel loro gioco fatto di stimoli a distanza si divertivano ad influenzare il comportamento l’una dell’altra. Sapeva che il suo orgasmo avrebbe indotto lo stesso effetto in Sara, così come sapeva che lei non lo voleva ancora. Era sicura che sua sorella volesse ancora divertirsi un po’ con il suo ragazzo prima di raggiungere l’apice del piacere. Questa consapevolezza unita all’immagine, che si era formata nella sua mente, del corpo di Sara sopra quello del suo ragazzo, della sua espressione stupita per l’improvviso piacere, determinarono un incremento del suo. Si lasciò, finalmente, mentre si lasciava cadere supina sul divano tenendo a stretto contatto della pelle del ventre quell’oggetto di vetro che per quella sera l’aveva fatta godere.  

Sara spinse in basso il pube contraendo al contempo i muscoli. Inarcò la schiena spingendo in avanti il bacino, guardò per un istante negli occhi di lui poi urlò di piacere. In preda ad un frenetico orgasmo urlò forte, sconvolgendo anche il suo uomo. Si gustò tutto il piacere fino in fondo prima di lasciarsi scivolare tra le ginocchia di lui per finire la sua opera con la bocca. Mentre lo sperma denso e caldo le colava giù dalla gola pensava a sua sorella, che per quella sera non poteva gustarsela.
                                                                                                                                        


Peccato che Lara avesse una bottiglia di crema di whisky nell’armadietto della sala. Non era caldo ed era troppo dolce ma quel liquido denso e biancastro le dava un piacere unico quando le scendeva già dalla gola.
                                           

                                                                     

venerdì 23 novembre 2012

Assaggio goloso (dal web)

L'idea di essere corteggiata da quell'uomo, più giovane di lei di almeno dieci anni, la intrigava, eppure Mariarosa tentava in ogni modo di reprimere quel pensiero.
Il suo corpo mostrava curve morbide e piene, i suoi fianchi parlavano del piacere non solo di cucinare ma anche di gustare quel cibo, senza però che ciò infastidisse gli occhi maschili che si posavano su di lei.
 
"Vederti all'opera in cucina è uno spettacolo, sai? Quasi come mangiare quello che prepari."
Mariarosa sentì di arrossire leggermente in viso per quel complimento inatteso.
"Non fermarti" continuò lui. "Non voglio disturbarti. Continua come se io non ci fossi…"
 
"Sei bella, lo sai?" le sussurrò.
Mariarosa sentì il cuore che le batteva forte. "Dai, Nicola… ti prego…"



Nel dirlo le sue mani raggiunsero la curva piena e soda delle natiche e la tirò con forza ancora più vicino a sé. Mariarosa sospirò forte, facendogli capire che gradiva, in un evidente invito a osare ancora.
Le mani di Nicola si aprirono palpando a lungo da sopra la stoffa della gonna per poi cercarne velocemente l'orlo e insinuarsi al di sotto. La curva esterna della coscia di Mariarosa vibrava calda fra le sue dita.
 
"Autoreggenti…" sussurrò, sorpreso e compiaciuto, non appena sfiorò la balza delle calze. Mariarosa arrossì. "I collant mi danno fastidio" cercò di spiegare, con un leggero affanno.
Nicola, sorridendo del suo imbarazzo, osò ancora.
Le sue mani ripiegarono la gonna, finché solo il velo leggero degli slip separava le sue carezze dalle natiche morbide di Mariarosa, raggiunse con le dita l'elastico delle mutandine.
 


"Toglitele, dai..." rispose lui deciso. "Sei pazzo?... No, ti prego... Devo cucinare..."
"Toglitele, e ti lascio cucinare in pace..."
Nicola non attese la risposta e con un gesto delicato ma deciso le fece scivolare a terra.
Mariarosa non disse una parola alzando la gamba destra per sfilarle completamente.
Nicola s'inginocchiò, le raccolse e stringendole nel pugno della mano sinistra ne annusò il profumo. "Continua quello che stavi facendo, non badare a me…"
Accettò implicitamente il gioco di far finta di nulla, di ignorare che l'uomo era rimasto accovacciato ai suoi piedi, sdraiato a terra osservava quel paradiso di pelo.
"Che meraviglia..." sospirò poco dopo Nicola sfiorando con le dita le pieghe del suo inguine.
Mariarosa sussultò, ma invece di stringere le cosce le aprì ancora un poco.



"Oohh Nicola…"  le sfuggì in un sussurro.
"Non dire nulla… continua a preparare la colazione…" intimò lui da terra, dolcemente, mentre cambiava posizione.
Mariarosa ci provò, ma non riuscì a trattenere un lungo gemito quando la lingua dell'uomo iniziò a sfiorare la carne morbida della sua figa calda.
"Nicola… ti prego… su…". Ma il suo ventre, le sue anche, le sue cosce danzavano al ritmo di quella lingua audace e sfrontata. A volte guizzante e rapida, a volte lenta e carezzevole, la lingua di Nicola sembrava capace di insinuarsi ovunque, fuori e dentro di lei.
La sensazione intensa di piacere la scuoteva, costringendola a stringere convulsamente le mani al bordo del tavolo per mantenersi in equilibrio. Poi, proprio quando sentiva sempre più prossimo il momento dell'orgasmo, Nicola cominciò a concentrarsi sul clitoride.
 
"Sei davvero un pazzo…" sussurrò, con le gote rosse e il respiro affannato.
"Scusami, ma a quello spettacolo non ho resistito", le stava dicendo Nicola, con una smorfia impudente e i contorni della bocca ancora umidi di lei. "Ma ora ti lascio cucinare, promesso… Vado ad apparecchiare la tavola"
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Era talmente soddisfatto da non far troppo caso al fatto che con la scusa di una posata scivolata a terra Mariarosa sembrava scomparsa sotto la tovaglia a fiori. Se ne rese conto quando sentì due mani leggere armeggiare con la zip dei suoi pantaloni. Ora era lui a dover stare al gioco: continuare a mangiare e far finta di niente. Ma il cazzo reagì presto al pensiero di quel che stava accadendo e si offrì teso e turgido appena liberato dalle stoffe.
Due labbra morbide e una lingua vivace cominciarono a ricamarci sopra in modo delizioso.
Nicola rallentò il ritmo della colazione, sospirò e distese le gambe allargandole un poco.
Quella goduria era qualcosa da gustare a lungo, più a lungo possibile.
Accovacciata fra le sue gambe, leccava e succhiava, scivolava sulla pelle tesa del suo cazzo voglioso, assecondava i fremiti di piacere aumentando e diminuendo i movimenti. 
Nicola era ormai vicinissimo all'apice del piacere, allora lei riprese fra le labbra il suo cazzo imperlato, lo succhiò ancora, fece scivolare la lingua, strinse le sue cosce. Quando lui con un gemito rumoroso annunciò il proprio imminente orgasmo, lei andò a stringere dolcemente il seno intorno al suo sesso lasciando che le stille del suo seme ricadessero sulla sua pelle.
"Sublime… Eccezionale…"

martedì 20 novembre 2012

Fior di loto

Le giapponesi sono delle Svuotapalle forse anche grazie alla loro cultura che prevede l'adorazione del maschio e soprattutto un grande senso di riconoscenza che molte di loro sfruttano come scusa per svuotare quante più palle possibile.
E' il caso di Fior di loto, Svuotapalle in erasmus in Italia sempre in cerca di Pallepiene italiani a cui chiedere aiuto con gli esami. Il vantaggio psicologico di essere "l'insegnante", e quello dell "amico che sta facendo un favore", le permette di  istigare il Pallepiene a lasciarsi andare. Dopo aver sviscerato insieme l'ennesimo argomento ostico, lo guarda negli occhi e con un gesto inequivocabile chiude il libro.
Ciò che colpisce subito è il suo comportamento. Non è come la maggior parte delle ragazze che sembrano resistere pudicamente fino all'ultimo prima di lasciarsi andare, quasi come se volessero dare l'impressione di cedere al piacere oppure che si abbandonano ma con una certa passività. Fior di loto manifesta apertamente il suo desiderio, il suo piacere, e la voglia di andarselo a cercare.
Non ha alcuna indecisione nel mettere le mani sulla patta dei pantaloni per saggiare l' eccitazione del Pallepiene, e addirittura mostra una certa fretta nell'armeggiare con zip e bottoni per portare il cazzo allo scoperto. E quando si china per prenderlo in bocca, non fa la parte di quella che si sacrifica per dar piacere ad un Pallepiene. Altro che! Se lo succhia di gran gusto, e non fa niente per nasconderlo.
Il suo comportamento li eccita da impazzire. Semmai devono sforzarsi per controllare che tanta eccitazione non li portasse anticipatamente alla svuotata.
E' inutile insistere perché di farsi ricambiare il favore orale. La Svuotapalle è ansiosa di passare a cose più concrete. E' irremovibile.
E' lei ad interromperlo, per farsi penetrare.
Il suo culo è morbido e caldo e il cazzo del Pallepiene duro all'inverosimile, vi sguazza felicissimo. Lei muove il bacino ritmicamente andando incontro ai colpi, senza nascondere il suo piacere e l'avidità con cui lo ricerca. Poi  fa rotolare il Pallepiene a terra sul tappeto, di schiena, e gli monta sopra. Si muove sul suo cazzo in modo da rimandare all'infinito la svuotata.
Ama stare a cavalcioni e impalarsi sul cazzo durissimo. Non riesce a scopare con bei colpi ritmati e regolari. E' tutto un agitarsi frenetico e scomodissimo, ma forse per questo ancora più eccitante.