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Il viaggio nel mondo delle Svuotapalle sta per finire, Il prossimo blog di racconti su quale tema?

sabato 24 novembre 2012

Le gemelle

Adagiata comodamente sul divano tentava invano di seguire il film in televisione. Nonostante suoi sforzi non riusciva a concentrarsi sul video, e dire che lo spettacolo era avvincente. Tutto inutile. Sentiva crescere dentro di se un diffuso senso d’eccitazione, un calore che lentamente s’espandeva in ogni parte del corpo attivandole la fantasia, trascinandola, in questo modo, verso la totale perdita del controllo mentale sulle sue azioni.
Le capitava di provare quella sensazione ogni qual volta il collegamento empatico con sua sorella gemella era più forte del solito.
Era sempre stato così, se una godeva l’altra si eccitava a dismisura, al punto da sentire la necessità di godere anche lei, da sola o se era fortunata con il suo ragazzo. Il sesso dava le percezioni migliori e  se tutte e due facevano l’amore con il proprio ragazzo contemporaneamente, il piacere di una era amplificato da quello dell’altra.

Si distese sul divano lasciando che il languore appena accennato crescesse dentro di lei sino a divenire eccitazione sessuale. Creava con la mente le scene erotiche che da sempre l’eccitavano di più, s’immaginava come protagonista e focalizzava sul suo corpo i punti di contato delle mani, delle labbra, dei membri. Si accarezzò, ma le mani che sentiva scorrere sul corpo non erano le sue. 
Si alzò in piedi per potersi spogliare. Nella penombra di quella stanza, Lara, immaginò di spogliarsi per un uomo che stava in trepidante attesa delle sue attenzioni. Lentamente sfilò l’abito, lo lanciò sulla poltrona. S’inginocchiò sul divano a gambe larghe, con la fronte appoggiata sullo schienale scorreva con la mano l’interno delle cosce. Ebbe un brivido di piacere quando sfiorò le ormai umide labbra della vagina. Seguì con cura il bordo concedendosi solo delle veloci e fugaci escursioni sul clitoride, regolarmente s'inumidiva il dito, traendo ancora più piacere dal sapore che lei stessa le aveva lasciato addosso.







In un altro appartamento non molto distante, Sara, seduta con le gambe aperte sul suo ragazzo, si stava godendo la mano che la esplorava con cura tra le grandi labbra. Sollevata sulle ginocchia apriva sempre di più le gambe, le piaceva sentire quel dito che giocava con il suo buchino, inclinava il bacino spingendo il pube in avanti cercando di farlo entrare e lanciando, allo stesso momento, un messaggio chiaro ed inequivocabile circa i suoi desideri.
Lara s’infilò un dito nella vagina, lo sentì entrare con determinazione nonostante spingesse piano. Reagì con un forte gemito a quello stimolo; ruotava in modo da strofinarlo contro le pareti interne, premeva su di esse stimolandole. Sentì il bisogno di prendere un capezzolo tra l’indice e il pollice dell’altra mano per stringerlo forte, il delicato tocco della pelle sulla pelle, però, non era sufficiente a soddisfarla, quindi lo strinse tra le unghie. Sembrava che al posto della sua mano ci fosse una calda bocca a mordicchiarla, il capezzolo s’inturgidì seguito, con un breve ritardo, dall’altro. Sentiva nascere il forte ed irrefrenabile desiderio di sentire qualcosa di più consistente dentro. Visualizzò l’immagine del soprammobile regalatole da sua sorella. Era lì, a pochi passi da lei, bastava sporgersi un poco e prenderlo per soddisfare il suo desiderio.
Sara non resisteva più, allargò lentamente le gambe scendendo verso di lui, lasciandosi finalmente penetrare da quel pene che aveva sospirato sino a quel momento. Entrò lentamente, alla velocità stabilita da lei. Continuava a scendere aprendosi sempre di più, quando lo ebbe completamente dentro si ritrovò con le gambe talmente divaricate da non riuscire a mantenere l’equilibrio.
 
Lara era riuscita a recuperare il suo fallo sintetico.
Desiderava coricarsi sul divano, aprire le gambe e infilarsi lentamente dentro la vulva quell’oggetto, non pensava ad altro.
Quella posizione non era delle più facili nonostante la sua grand’eccitazione, un conto è accogliere in quel modo un vero membro, duro ma adattabile, e un altro è infilarsi un oggetto rigido e per nulla intenzionato a adeguarsi alla curva interna della vagina. Si stupì di se stessa e del suo corpo quando lo sentì entrare senza troppe difficoltà. Un forte impulso di piacere la convinse a spingere con la mano il fallo di vetro ancora più dentro di sé. Si ritrovò a giocare con il suo stesso piacere penetrandosi a ritmo sostenuto, facendolo quasi uscire per poi farlo scorrere con decisione verso l’interno del suo corpo. Contraeva, quando lo aveva dentro, i muscoli interni del pube per sentirlo meglio senza rinunciare a tormentarsi il clitoride.
Sara si era ritrovata a cavalcare furiosamente il suo uomo, le piaceva portarlo sino al limite per poi sentirlo riaprirsi la strada verso il suo ventre, esultava nel sentirlo affondare completamente, nel trovare nei testicoli il fine corsa della sua penetrazione. Dal canto suo, lui, faceva bene la sua parte; incoraggiava le sue evoluzioni con delle leggere ma decise spinte del bacino. Andando incontro a lei quando scendeva, in modo da darle il piacere di una penetrazione violenta e risoluta.
                                                                                                                                                              
In quello stesso istante Lara si stava godendo il suo orgasmo, generato più dalle sue abili mani che dall’oggetto con cui si penetrava.
Tra gli spasmi dell’orgasmo pensava a sua sorella, felice di renderle il favore. Nel loro gioco fatto di stimoli a distanza si divertivano ad influenzare il comportamento l’una dell’altra. Sapeva che il suo orgasmo avrebbe indotto lo stesso effetto in Sara, così come sapeva che lei non lo voleva ancora. Era sicura che sua sorella volesse ancora divertirsi un po’ con il suo ragazzo prima di raggiungere l’apice del piacere. Questa consapevolezza unita all’immagine, che si era formata nella sua mente, del corpo di Sara sopra quello del suo ragazzo, della sua espressione stupita per l’improvviso piacere, determinarono un incremento del suo. Si lasciò, finalmente, mentre si lasciava cadere supina sul divano tenendo a stretto contatto della pelle del ventre quell’oggetto di vetro che per quella sera l’aveva fatta godere.  

Sara spinse in basso il pube contraendo al contempo i muscoli. Inarcò la schiena spingendo in avanti il bacino, guardò per un istante negli occhi di lui poi urlò di piacere. In preda ad un frenetico orgasmo urlò forte, sconvolgendo anche il suo uomo. Si gustò tutto il piacere fino in fondo prima di lasciarsi scivolare tra le ginocchia di lui per finire la sua opera con la bocca. Mentre lo sperma denso e caldo le colava giù dalla gola pensava a sua sorella, che per quella sera non poteva gustarsela.
                                                                                                                                        


Peccato che Lara avesse una bottiglia di crema di whisky nell’armadietto della sala. Non era caldo ed era troppo dolce ma quel liquido denso e biancastro le dava un piacere unico quando le scendeva già dalla gola.
                                           

                                                                     

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